venerdì 28 dicembre 2012

La civiltà minoica, a cura di Simone Manini

La civiltà minoica



La civiltà minoica si è sviluppata sull’isola di Creta che si trova nel mar Mediterraneo a sud-est della Grecia. La vantaggiosa posizione geografica dell’isola favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea e di un fiorente impero marittimo che dal mar Egeo controllava una rete commerciale che raggiungeva l’Egitto, la Siria, il mar Nero. A studiare la civiltà minoica fu Sir Artur Evans che fu un archeologo inglese che nei primi anni del 1900  comprò un appezzamento di terra dopo aver condotto degli studi: cominciò a scavare, sotto 10 metri di terra trovò i palazzi delle città di Festo e Cnosso. Cronologicamente la civiltà minoica visse dal 3000 a.C. fino al 1000 a.C. La civiltà minoica e i suoi palazzi furono distrutti intorno al 1500 a.C. nel momento di massimo splendore da uno tzunami conseguente dall’esplosione del vulcano di Santorini. Dopo questo evento la civiltà minoica ricostruì i propri palazzi e si estinse definitivamente dopo l’arrivo degli Achei.




Simone Manini


1ASA


La civiltà minoica, a cura di Elena Dipace

                LA CIVILTA’ MINOICA


Il nome della civiltà Minoica è dato alla civiltà che si era sviluppata sull’isola di Creta, nel centro del Mediterraneo. La vantaggiosa posizione dell’isola favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea (in mezzo al mare)e di un fiorente impero marittimo che dal mar Egeo controllava una rete commerciale che raggiungeva l’Egitto, la Siria e il mar Nero. La civiltà Minoica si suddivide in tre grandi periodi: periodo antico(3000 a.C. al 2000 a.C.)periodo medio(2000 a.C. al 1550 a.C.)e periodo tardo(1550 a.C. al 1050 a.C.).A scoprire e studiare la civiltà Minoica è stato Sir Arthur Evans che dagli inizi del '900 condusse degli studi che lo portarono ad acquistare un appezzamento di terra sull’isola: scavando sotto 10 metri di terra erano sepolti i palazzi reali della città di Festo e Cnosso. L’archeologo Sir Arthur Evans utilizzò per primo il nome di questa civiltà, che prima era sconosciuta. Una delle caratteristiche di queste società era la conoscenza dell’architettura grazie alla quale costruivano dei palazzi estremamente complessi e funzionali.


                                ELENA DIPACE



martedì 25 dicembre 2012

La civiltà minoica, a cura di Celeste Davi

La civiltà minoica si è sviluppata sull'isola di Creta che si trova nel mar Mediterraneo a sud-est della Grecia. La posizione geografica dell'isola favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea e di un fiorente impero marittimo che dal mare Egeo controllava il commercio che raggiungeva l'Egitto, la Siria e il Mar Nero. A scoprire e studiare la civiltà Minoica fu Sir Arthur Evans, fu un archeologo inglese che nei primi anni del '900 comprò appezzamenti di terra sull'isola di Creta dopo aver condotto degli studi: cominciò a scavare e scoprì i palazzi delle città di Festo e Cnosso. Cronologicamente la civiltà Minoica visse dal 3000 a.C fino al 1000 a.C. Fu distrutta da uno tsunami intorno al 1500 a.C. conseguentemente all'esplosione del vulcano di Santorini. La civiltà Minoica ricostruì i palazzi ma non arrivò mai allo splendore di prima, venne estinta dal popolo degli Achei

La civiltà minoica, a cura di Jessica Bernardi

Il nome di civiltà Minoica è un nome dato alla civiltà che si era sviluppata sull'isola di Creta. La vantaggiosa posizione dell'isola favorì il sorgere della prima civiltà Mediterranea e di un fiorente impero marittimo che dal Mar Egeo controllava una rete commerciale che raggiungeva l'Egitto, la Siria e il Mar Nero, dove adesso sorge la città di Istanbul. La civiltà Minoica si suddivide in 3 grandi periodi. - Periodo Antico (3000-2000 a.C) - Periodo Medio (2000-1550 a.C) - Periodo Tardo (1550-1050 a.C) A scoprire e studiare la civiltà Minoica è stato Sir.Ivans che agli inizi del '900 condusse degli studi che lo portarono ad acquistare un appezzamento di terra sull'isola, scavando sotto 10 m. di terra erano sepolti i palazzi reali della città di Festo e Cnosso. L'archeologo Artur Evans utilizzò il nome di Re Minosse per dare un nuovo nome a questa civiltà che prima era sconosciuta. Una delle caratteristiche di questa società era la conoscenza dell'architettura grazie alla quale costruivano dei palazzi estremamente complessi e funzionali.

Visita alle collezioni civiche di Palazzo Te, a cura di Giulia Rebuzzi

Il 19 dicembre 2012 la classe 1ASA si è recata a visitare le collezioni civiche di palazzo Te a Mantova. Il professore di storia ci ha accompagnato. Le prime sale delle collezioni accoglievano i quadri della collezione Mondadori, seguita dalla sezione mesopotamica. La esposizione poi è proseguita con i reperti sulla civiltà egizia. Quello che mi ha attratto di più è stato un sarcofago il cui termine significa "che mangia la carne" , in legno, ricoperto con scritture geroglifiche e ornato da decorazioni raffiguranti vari elementi e simboli religiosi appartenenti alla civiltà egizia. Il sarcofago apparteneva a uno scriba : una volta aperto il grande sarcofago in legno si trovava un sarcofago di dimensioni ridotte rispetto al primo in oro in cui al suo interno giaceva il corpo del defunto ricoperto da delle bende di lino che servivano a conservare il corpo nel tempo. Successivamente abbiamo visto anche delle teste di faraoni in cui mancava il naso perché una volta che veniva eletto un nuovo faraone non si rifaceva la scultura ma si sostituiva la parte che non assomigliava al nuovo faraone: una di queste teste indossava una benda a righe blu e oro chiamata "nemes": blu perché rappresentava l’acqua del Nilo fiume di rilevante importanza per gli egizi, e oro perché rappresentava il colore della sabbia del deserto. In seguito abbiamo ammirato il piede di una dea della fertilità, la dea Uto, che in base alle dimensioni del piede si presume che fosse molto alta. Proseguendo la visita della mostra abbiamo osservato delle statuette dette ushapti che rappresentavano il faraone ed erano di diverse dimensioni e colori soprattutto verdi, blu e nere con scritture geroglifiche. Gli egizi ritenevano che fossero statuette che lavoravano al posto del defunto nell’aldilà. Poi abbiamo notato anche degli amuleti che si inserivano sopra il corpo del defunto perché lo proteggessero e gli portassero fortuna e ognuno di questi corrispondeva a un simbolo o segno dei geroglifici. Successivamente il prof ci ha mostrato i vasi canopi realizzati in pietra in cui in tempi remoti si contenevano le viscere del defunto. Abbiamo visto anche dei ciondoli di collane appartenenti alle dee e regine egizie e anche degli orecchini, in più erano esposti anche due statuette: una nera in legno liscio che sembrava appena realizzato perché era stata sottoposto a un processo di ceratura che consisteva nel pulire o immergere l’oggetto nella cera per renderlo liscio e lucido, l’altra statuetta invece raffigurava sempre il dio dei morti Anubi ma era realizzata in pietra. Veniva rappresentato spesso il Dio Anubi perché rappresentava il passaggio del corpo vivo a quello morto. L’ultimo reperto che abbiamo notato è stata una statuetta raffigurante il gatto nero che gli egizi consideravano sacro.

Una volta conclusa la mostra il prof. di storia ci ha mostrato le sale principali di Palazzo Te come la sala dei cavalli che Giulio Romano ha dipinto in modo che sembra che ti guardino, la sala dei Giganti, sala di Amore e Psiche, ogni affresco raffigura la storia di Psiche, sala dei venti, sala di Ovidio ,camera del sole, sala dei bassorilievi e sala dei Cesari.

Giulia Rebuzzi

mercoledì 12 dicembre 2012

La civiltà fenicia, a cura di Esther Antwi

I fenici sono un popolo di cui si ha notizia dal XXI secolo a.c. E visto che si parla del popolo dei fenici non è possibile identificare una civiltà contraddistinta da uno stato unitario: per cause ambientali e politiche le città della fenicia non si sono mai organizzate in un'unica entità. Il nome fenici deriva dalla parola PHOINIX e indicava un mollusco da cui ricavavano un pigmento rosso ottenuto tramite l'essiccazione e la polverizzazione del mollusco stesso, che veniva utilizzato come pregiata tintura. I fenici nella antica Bibbia vengono identificati con il nome di CANANEI o SIDONI della città di sidone. La culla della civiltà fenicia era la fascia di terra corrispondente allo stato del Libano. E rappresentava un transito tra l'occidente e l'oriente. La risorsa fondamentale della civiltà fenicia erano gli alberi di CEDRO che crescevano naturalmente in quella zona. Con il legno di di questa pianta produceva un materiale da costruzione eccellente perché era resistente e leggero, con questo materiale si costruivano navi infatti i fenici erano maestri nell'ingegneria nautica, avevano sviluppato delle conoscenze tecniche che applicate al materiale resistente permisero loro di solcare il Mar Mediterraneo e di resistere alle tempeste.

lunedì 10 dicembre 2012

I fenici, a cura di Filippo Caleffi

                                      

I FENICI sono una popolazione di cui si ha notizia dal XXI secolo a.C.La Fenicia è collegata al popolo dei cananei della PALESTINA che abitano la regione ononima del MEDITERRRANEO .



Benchè si parli comunemente di fenici non è possibile identificare  una civiltà vera e propria contraddistinta da un carattere unitario:per cause ambientali e politiche le città fenicie non hanno avuto modo di svilupparsi.



Il loro significato deriva dal termine PHOINIX che significava ROSSO PORPORA. Il popolo dei fenici era conosciuto nella Bibbia con il termine CANANEI dove è presente anche il nome di SIDONI dalla città di SIDONE. La culla                                                                 

della civiltà fenicia è la fascia di terra che oggi corrisponde allo stato del LIBANO


E rappresenta il transito naturale tra Occidente e Oriente .




Il popolo dei fenici utilizzava la risorsa naturale del Libano che era rappresent

ato

dall'albero di cedro da cui si otteneva un legno forte e resistente  che veniva usato nell' ingegneria nautica o Navale  da questa risorsa i Fenici traevano la loro forza perchè costruivano navi capaci di solcare il Mediterraneo. Era un popolo di commercianti intratteneva degli scambi commerciali in SPAGNA e nell' ITALIA peninsulare: SARDEGNA  SICILIA infatti i Fenici hanno fondato le citta di PALERMO e CAGLIARI









FILIPPO CALEFFI IB S.A


I fenici,a cura di Elena Dipace

I fenici sono una popolazione di cui si ha notizia fin dal XXI secolo avanti cristo. La civiltà fenicia è collegata al popolo dei Cananei della Palestina che abitano la regione omonima del Mediterraneo. Benchè si parli comunemente di Fenici non è possibile identificare una civiltà vera e propria contraddistinta da un carattere unitario: per cause ambientali e politiche le città fenice non hanno avuto modo di unificarsi. Il loro nome deriva dal termine PHOINIX che significava ROSSO PORPORA. Il popolo dei Fenici era conosciuto nella Bibbia con il termine Cananei dove è presente anche il nome di Sidoni, dalla città di Sidone. La culla della civiltà fenicia è la fascia di terra che oggi corrisponde allo stato del LIBANO, e rappresenta un transito naturale tra occidente e oriente. Il popolo dei fenici utilizzava la risorsa primaria naturale del Libano che era rappresentata dagli alberi di cedro da cui si otteneva un legno forte e resistente utilizzato nella ingegneria navale. Da questa risorsa i Fenici traevano la loro forza perché costruivano delle navi capaci di solcare il Mediterraneo. Il popolo dei Fenici era un popolo di commercianti che aveva degli scali commerciali nell’Italia insulare e in Spagna. Infatti i Fenici hanno fondato la città di Palermo e l’attuale Cagliari.


                                            ELENA DIPACE


La porpora

La porpora era in età imperiale il colore per eccellenza. Esso veniva estratto dai molluschi detti murici (o anche comunemente porpora). Per riuscire tingere anche solo una veste o una tunica occorrevano migliaia di esemplari. Per questo motivo era preziosissima e solo in pochi potevano esibire in pubblico questo colore.

tratto da : The Roman Hide Out

I fenici, a cura di Simone Manini

I fenici sono un popolo di cui si ha notizia dal XXI secolo a.C. Benché si parli comunemente del popolo dei Fenici, non è possibile identificare una civiltà contraddistinta da uno stato unitario: per cause ambientali e politiche le città della fenicia non si sono mai organizzate in una unica identità.


Il nome Fenici deriva dalla parola Phoinix e indicava un mollusco da cui si ricavava un pigmento rosso attraverso l’essicazione e polverizzazione del mollusco stesso che veniva utilizzato come pregiata tintura.


Il popolo dei fenici viene identificato con il nome di Cananei e con il nome di Sidoni dalla città di Sidone.


La culla della civiltà fenicia è la fascia di terra corrispondente all’odierno stato del Libano e rappresentava un transito tra l’Occidente e l’Oriente.


La risorsa fondamentale della società fenicia era rappresentata dagli alberi di cedro che crescevano naturalmente in questa zona che producevano un materiale da costruzione eccellente.


Con questa risorsa si costruivano le navi: infatti i fenici erano maestri nell’ingegneria nautica cioè avevano sviluppato delle conoscenze tecniche che applicate al cedro permettevano di ottenere delle imbarcazioni veloci e resistenti.


Il popolo dei fenici era un popolo di navigatori e commercianti.




Simone Manini


1ASA


I fenici, a cura di Giulia Rebuzzi

Nel XXI secolo a.C., nella terra di Canaan nei pressi del Libano si insediò una nuova civiltà: i fenici, una civiltà basata prevalentemente sul commercio.Si dedicavano a un’economia pastorale o specializzata nelle attività di navigazione e di commercio. Inoltre costruirono delle colonie che sarebbero diventate con il tempo i primi empori commerciali. I fenici non erano organizzati in uno Stato unitario bensì in un piccolo stato autonomo e non erano organizzati in un’unica entità. Il loro nome deriva dalla parola greca: Phoinix che indicava un mollusco da cui si ricavava un pigmento rosso utilizzato come tintura. La fascia di terra corrispondente al Libano veniva utilizzata come transito naturale tra occidente e oriente. La risorsa naturale dei fenici era rappresentata dagli alberi di cedro, questi alberi venivano utilizzati per la costruzioni di navi,erano maestri nell’ingegneria nautica. Altre scoperte dei fenici furono: il color porpora,misero per iscritto il suono delle parole dell’alfabeto,facendo corrispondere un segno scritto a ciascun suono della voce, fecero delle incisioni in avorio e inoltre furono i primi a gestire il commercio del papiro egiziano, dell’avorio e dell’oro e per finire esportarono il legno del Libano verso regioni come Egitto e Mesopotamia.

domenica 9 dicembre 2012

La civiltà fenicia, a cura di Giulia Malavasi

Del popolo dei fenici si hanno notizie dal XXI secolo a.C.

Benchè si parli comunemente di popoli fenici non è possibile identificare una civiltà contraddistinta da uno stato unitario; per cause ambientali e politiche la città della Fenicia non si soni mai organizzate in un'unica entità.

Il nome fenici deriva dalla parola “phoinix” e indicava un mollusco dal quale si estraeva un pigmento rosso attraverso la sua polverizzazione ed essicazione: se ne ricavava una tintura molto pregiata.

Il popolo dei fenici veniva identificato dalla Bibbia con il nome di Cananei ed erano conosciuti anche con il nome di Sidoni.

La civiltà fenicia occupava un territorio corrispondente all'odierno stato del Libano che rappresentava un transito tra l'occidente e l'oriente.

La risorsa fondamentale della società fenicia era rappresentata dagli alberi di cedro che crescevano naturalmente in questa zona e producevano un materiale da costruzione eccellente. Con questa risorsa costruivano le navi: infatti,i fenici, erano maestri dell'ingegneria nautica, cioè avevano sviluppato conoscienze tecniche che applicate al legno permettevano di ottenere delle imbarcazioni veloci e resistenti capaci di solcare il mar Mediterraneo.

I fenici, a cura di Andrea Morandi

I fenici sono un popolo del XXI secolo a.C. Benchè si parli comunemente di fenici non è possibile identificare una civiltà contraddistinta da uno Stato unitario: per cause ambientali e politiche le città della Fenicia non si sono mai organizzate in un'unica entità.Il nome "FENICI" deriva dalla parola PHOINIX e indicava un mollusco da cui si ricavava un pigmento rosso attraverso la essicazione e polverizzazione del mollusco, che veniva utilizzato come pregiata tintura. Il popolo dei Fenici viene identificato nella Bibbia con il nome di Cananei o Sidoni. La culla della civiltà fenicia è la fascia di terra corrispondente all'odierno stato del Libano e rappresentava un transito tra l'Occidente e l'Oriente. La risorsa fondamentale della civiltà Fenicia era rappresentata dagli alberi di cedro che crescevano naturalmente in questa zona, che producevano un materiale da costruzione resistente e leggero. Con questa risorsa si costruivano le navi: infatti i fenici erano maestri nell'ingegneria nautica, avevano sviluppato delle conoscenze tecniche che applicate al materiale permettevano di ottenere delle imbarcazioni veloci e resistenti, capaci di solcare mari e resistere alle tempeste. Il popolo dei fenici era un popolo di navigatori commercianti ed erano pacifici.

lunedì 3 dicembre 2012

La società dell'Antico Egitto a cura di Giulia Rebuzzi

Con il termine Antico Egitto si intende la civiltà sviluppatasi lungo le rive del fiume Nilo fino alla sua foce nel Mar Mediterraneo. Questa civiltà fu la prima a scoprire la geometria e fu la prima a dare origine a uno stato unitario in cui il capo era il Faraone ovvero il figlio del dio Ra. Oltre alla comparsa
dell’ agricoltura e al papiro,una pianta che si trovava vicino al fiume, gli Egizi hanno rilevante importanza per la costruzione delle Piramidi che sono dei monumenti molto conosciuti costituiti da: 2 milioni di pezzi che pesavano 3 tonnellate l’uno e alte 146 metri con una base di 230 metri quadrati,inoltre la loro costruzione richiese 23 anni di lavoro. Queste piramidi erano le tombe del Faraone quindi quest’ultimo prima di morire doveva farsi costruire la sua piramide che alla sua morte sarebbe diventata la sua tomba. Nella società egizia era molto importante anche il sistema fluviale che consisteva nel ricostruire gli argini dopo l’esondazione, ridisegnare i confini dei campi dopo l’esondazione, nella costruzione e gestione delle infrastrutture e nel coordinare la navigazione.

Le popolazione dell'antico Egitto si associarono in distretti detti nomos e successivamente si divisero in due regni: Regno dell’Alto Egitto e Regno del Basso Egitto, poi questi due regni si unificarono e quindi nacque la grande civiltà dell’Egitto. Con il tempo si verificarono profondi mutamenti a tal punto che l’Egitto si divise in: epoca arcaica, Antico Regno, Medio Regno, Bassa Epoca.

EPOCA ARCAICA( 3100-2600)

Questa epoca è caratterizzata da l' unificazione dei 2 regni e dallo sviluppo della scrittura geroglifica

ANTICO REGNO(2600-2200)

Questo periodo è costituito da uno sviluppo dell’architettura, dell’arte,dell'astronomia,dell'arte plastica ( arte di costruire le statue ) 3 dallo sviluppo delle tecniche di imbalsamazione

MEDIO REGNO(2052-1750)

Questo regno è formato da: - uno sviluppo dell’ingegneria idraulica, uno sviluppo della letteratura e dell’arte una intensificazione dei contatti commerciali col Medio Oriente

NUOVO REGNO(1567-1075)

Questo è caratterizzato da una espansione territoriale e unacrescente importanza della donna nella società

BASSA EPOCA(1075-525)

Questo è costituito da perdita delle conquiste territoriali, debolezza economica e politica, frequenti invasioni

Lo Stato dell’Antico Egitto si caratterizza come una TEOCRAZIA( a capo dello Stato vi è un Dio: Il faraone. La gerarchia dell’Egitto era:

1-FARAONE 2-Scribi 3-Sacerdoti 4-Sudditi 5-Schiavi

IMBALSAMAZIONE

Gli Egizi credevano in una religione politeista, infatti credevano che dopo la morte esistesse un’altra vita. Proprio per questo motivo praticavano l’imbalsamazione che Consisteva nel fatto che gli Egizi conservavano il corpo morto attraverso la mummificazione. Per mummificare il corpo prima toglievano le viscere, poi lo avvolgevano con fasce di lino che permetteva al corpo di non decomporsi. Una volta mummificato lo mettevano all’interno di tre sarcofagi uno più piccolo, l’altro medio e l’ultima che era ornato di decorazioni e che cercava di avvicinarsi il più possibile all’aspetto del faraone. In seguito portavano il sarcofago nella piramide che il faraone si era fatto costruire e a fianco posavano dei vasi canopi in cui dentro c’erano le viscere del defunto, il corpo veniva ornato con amuleti che portavano fortuna al defunto, con gioielli e mettevano da mangiare e da bere in modo che potesse sopravvivere nell’altra vita. Prima che il defunto potesse andare nell’aldilà veniva effettuata la pesatura del cuore che se pesava come una piuma andava nell’oltretomba se invece pesava più della piuma il defunto veniva sbranato dal dio dall’aspetto di cane.

L'importanza del sistema fluviale nella società dell'Antico Egitto, a cura di Naomi Abbate

Per la società dell'antico Egitto ha un'importanza fondamentale il sistema fluviale. Fin dai tempi più antichi della storia dell'Egitto le popolazioni si insediano sulle rive del fiume Nilo, e si associano in distretti chiamati nomos che rappresentavano una regione geografica, un dipartimento o una zona territoriale. Tuttavia il fiume per essere utilizzato al meglio aveva bisogno di un'unica autorità che gestisse il sistema fluviale con queste funzioni: 1) ricostruire gli argini dopo ogni esondazione 2) ridisegnare i confini dei campi dopo le esondazioni 3) costruzione e gestione delle infrastrutture come i ponti 4) coordinare la navigazione. Proprio per queste esigenze vi era la necessità di avere un'unica autorità sopraintendente: da questo punto di vista il fiume ha rappresentato una forza aggregante. In un secondo tempo i nomos si uniscono in 2 grandi regni: il regno dell'alto Egitto, e del Basso Egitto. L'Alto Egitto è la regione verso la sorgente del fiume. Nella storia dell'antico Egitto riconosciamo un'epoca arcaica che va dal 3100 al 2600 in cui si verifica -unificazione dei due regni -scrittura geroglifica.

Naomi Abbate 1A-SA

domenica 2 dicembre 2012

Il fenomeno urbano nella civiltà mesopotamica a cura di Devid Cusini

La città serve per mantenere l’ordine sul territorio e difenderlo garantendo la sicurezza a gli abitanti. La città divenne il centro politico e religioso che estende il suo dominio anche nei villaggi agricoli. La differenza tra la campagna e la città consiste nel fatto che la campagna offriva beni,la città servizi.
Il centro urbano consisteva in una piramide a gradoni che si chiamava ziqqurat ed era il centro di collegamento tra il sovrano e le altre classi sociali. Attorno a queste piramidi abitavano i funzionari negli uffici amministrativi, ed erano presenti i magazzini per le merci e le officine artigianali. Nell'area della ziqqurat venivano trattati i grandi affari.

Le caratteristiche della società mesopotamica, a cura di Celeste Davi

Nella Mesopotamia le civiltà vivevano nelle Città Stato che venivano governate dal Re/Sacerdote che aveva la funzione politica e religiosa. Il cuore della città era la Ziggurat che era una struttura piramidale a gradoni, costruita con grossi blocchi di mattoni; Aveva tre funzioni: la prima era quella politica e amministrativa, la seconda era quella commerciale (si teneva anche il mercato ) e la terza era quella di granaio. Una delle prime popolazioni che occuparono la Mesopotamia furono i sumeri seguiti  dai babilonesi.

Davi Celeste 1A SA

martedì 27 novembre 2012

Introduzione alla storia dell'Antico Egitto a cura di Filippo Caleffi

LA SOCIETA’ DELL’ANTICO EGITTO


Con il termine antico Egitto si intende la civiltà sviluppatasi in quella sottile striscia di terra fertile che  avvolge il Nilo a partire dalla sua sorgente in Sudan fino alla sua foce nel mediterraneo. L’Alto Egitto è vicino alla fonte, il basso Egitto è vicino alla foce quindi possiamo riconoscere un alto corso del Nilo cioè quello vicino al Sudan e, un basso corso del Nilo quello vicino al Mar Mediterraneo. Gli studiosi riconoscono che l’agricoltura fece la sua comparsa in queste regioni intorno al 6000 AC, infatti la presenza del fiume rende possibile la vita in una regione desertica grazie alle periodiche inondazioni che fertilizzavano la terra.Il Nilo straripando lasciava il Limo.


Il fiume Nilo ha avuto la funzione di aggregare le popolazioni infatti serviva un'unica autorità che gestisse il sistema fluviale che consiste in questo:



*Ricostruire gli argini dopo le esondazioni annuali


*Gestire le dighe e i ponti, cioè le infrastrutture fluviali


*Gestire la navigazione ( regole,peso,carico)



Nei tempi più antiche i popoli che abitavano sulle rive del fiume erano uniti in distretti che prendono il nome di NOMOS, successivamente vi era bisono di unificarsi per gestire al meglio la risorsa fluviale. I Nomos si trasformarono in due grandi regni: il regno dell’alto Egitto che corrisponde alla regione dell’attuale Sudan, e il regno del basso Egitto che corrisponde alla regione del Cairo.




LE EPOCHE



Epoca arcaica: 3100 – 2600 AC unificazione dei due regni


Antico regno: 2600 – 1200 AC sviluppo dell’architettura, dell’arte e dell’astronomia e si sviluppano le tecniche di mummificazione


Medio regno: 2052-1750 AC sviluppo dell’ingegneria idraulica.




Filippo Caleffi 1BSA


Definizioni a cura di Elena Dipace

PALEOLITICO                 SIGNIFICA ANTICA ETA’ DELLA PIETRA.L’UOMO ERA NOMADE E SI SPOSTAVA DI CONTINUO PER CERCARE APPROVIGGIONAMENTI.LA SOCIETA’ ERA DI TIPO MATRIARCALE,OVVERO SI CREDEVA NELLA DEA MADRE TERRA.VI ERANO LE TRIBU’.


MESOLITICO                    SIGNIFICA ETA’ DI MEZZO.L’UOMO PASSA DALL’ESSERE NOMADE A SEDENTARIO GRAZIE ALLA SCOPERTA DELL’AGRICOLTURA.NACQUERO LE CITTA’(CHE ERANO DEGLI AGGLOMERATI URBANI).


NEOLITICO                    SIGNIFICA NUOVA ETA’ DELLA PIETRA.LA SOCIETA’ ERA DI TIPO PATRIARCALE:OVVERO SI CREDEVA NEL DIO PADRE SOLE E SUCCESSIVAMENTE NACQUERO LE FAMIGLIE(DOVE VI ERA LA PRESENZA DEL PADRE).


GEOLOGIA                      STUDIA LA STORIA DELLA TERRA.


ANTROPOLOGIA                   STUDIA LA STORIA DELL’UOMO. 


                                                                     ELENA DIPACE



                                    




Spettacolo di cultura rumena

Partecipano IASA e IBSA

domenica 25 novembre 2012

Riflessioni sulla scrittura cuneiforme

LA NASCITA DELLA SCRITTURA

Mesopotamia

Nome con cui l’antichità classica designava la regione dell’Asia Anteriore compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, dalle pendici meridionali degli altopiani anatolico e armeno fino alla piana delimitata dalla massima convergenza dei fiumi, all’altezza della moderna Baghdad; la parte meridionale fino al Golfo Persico era denominata Babilonia.

STORIA
La storia della M. coincide per la sua fase più antica con quella dei Sumeri, Babilonesi e Assiri, quindi con quella dell’Impero persiano degli Achemenidi, che la campagna dei Greco-Macedoni di Alessandro Magno, nel 331 a.C., portò alla distruzione. Dopo la dissoluzione dell’Impero di Alessandro, la regione fu in potere dei Seleucidi che vi effettuarono una vasta colonizzazione, ma non poterono impedire che, nella seconda metà del 2° sec. a.C., se ne impadronisse la dinastia partica degli Arsacidi. Nei secoli successivi i Romani varcarono più volte l’Eufrate, senza riuscire a stabilirsi nella regione, subendovi anche gravi disfatte (Carre, 53 a.C.). Traiano tentò con successo l’impresa (115-117): occupò le città di Babilonia, Seleucia, e la capitale Ctesifonte; avanzò poi a sud fino al Golfo Persico, dove dichiarò la M. nuova provincia dell’Impero. L’impresa ebbe una battuta di arresto per le rivolte dei popoli della M., la resistenza di città fortificate come Hatra sul Tigri, e rimase incompiuta per la morte dell’imperatore a Selinos, in Cilicia (117). Iniziata da Marco Aurelio e Lucio Vero (162-65), la riconquista fu completata da Settimio Severo, che divise la M. in due province, occidentale (Osroene, capitale Edessa) e orientale (M., capitale Nisibi). La guerra con i Parti, seppure non ininterrottamente, proseguì per decenni, anche quando agli Arsacidi succedette la nuova dinastia dei Sasanidi. Perduta al tempo di Filippo l’Arabo, la M. fu stabilmente rioccupata da Diocleziano; ma già con la pace di Gioviano (363), la parte orientale della provincia con Singara e Nisibi era nuovamente perduta. Sotto gli imperatori bizantini la regione ebbe dapprima una relativa tranquillità; Eraclio (610-41) tentò di contrastare la ripresa offensiva dei Persiani, conservando sostanzialmente i confini del 363. Ma né l’Impero bizantino, né la morente dinastia sasanide poterono fermare la conquista degli Arabi (metà 7° sec.). Da quel momento la denominazione Iraq prevalse per tutta la regione, ottenendo poi sanzione ufficiale nello Stato autonomo odierno.

ARCHEOLOGIA 
Alta Mesopotamia
Durante il periodo protourbano (3500 e il 3000 a.C.) nella parte più settentrionale della M., che va sotto il nome di Alta M., mancano ancora le grandi città, che invece andavano formandosi in Bassa M., la parte più meridionale, verso il Golfo Persico. Ancora nella fase protodinastica (2900-2350 a.C.) è sempre la Bassa M. ad avere il ruolo egemone. In Alta M. i centri che offrono documentazione sono Tepe Gawra, Ninive, Tell Taya, Assur, Mari. Alla fine di questo periodo si avverte una trasformazione della vita sociale, economica e politica; nella piana del Khabur, dove prima erano solo villaggi, fioriscono tre grandi città equidistanti tra di loro: Tell Brak, Tell Mozan, Tell Leilan. L’arte segue la tradizione precedente, senza innovazione alcuna. All’inizio del 2° millennio a.C. la cultura dell’Assiria iniziò a differenziarsi da quella della Babilonia. Una ricca serie di iscrizioni fornisce i nomi dei sovrani che si attribuiscono opere pubbliche, in fase di costruzione o di restauro. Il dominio di Babilonia determinò un appiattimento culturale del resto della M., che non sviluppò elementi originali. Furono invece le innovazioni tecniche proprie del periodo mitannico a togliere di fatto alla Babilonia quel controllo politico e culturale che aveva conservato per duemila anni. Nella produzione artistica, il gusto e lo stile mitannico sono facilmente individuabili per l’approssimazione della resa degli elementi. Il regno medioassiro è invece erede di una consolidata tradizione locale, arricchita da apporti mitannici ed elementi babilonesi. Con i grandi sovrani del periodo neoassiro la residenza reale divenne non solo un elemento imprescindibile dell’impianto urbano, ma anche un potente strumento di comunicazione del sovrano .

2. Bassa Mesopotamia
Nel 4° millennio a.C. sono documentati in Bassa M. un nuovo modello di sviluppo e una cultura propriamente urbana (Uruk, Ur, Eridu, Tell Uqair, Nippur). Nel successivo periodo protodinastico l’innovazione decisiva è rappresentata dall’introduzione dei sigilli cilindrici a rappresentazione figurativa, e per la prima volta appare la scultura a tutto tondo. I centri urbani si configurano come città-Stato, mostrando una definita pianificazione urbana e una concentrazione di fabbriche con funzioni diversificate. Importanti testimonianze artistiche provengono dalle necropoli di Kish, Ubaid, Abu Salabikh e Ur. Un ruolo centrale ebbero anche la metallurgia, l’oreficeria, l’intarsio e l’arte plastica a tutto tondo. Con il regno accadico, i due poli maggiori divennero Kish e Nippur; l’architettura monumentale è attestata anche a Tell Brak, Mari, Tell Wilaya, Assur. In questo periodo la produzione toreutica raggiunse i suoi massimi esiti. Durante la successiva età neosumerica fu adottato un imponente programma di edilizia sacra e di opere edili di viabilità (porto fluviale di Ur). Nella produzione artistica prevalsero l’uso della dorite e l’impiego di lunghe iscrizioni dedicatorie. In età paleobabilonese, agli inizi del 2° millennio, la fisionomia urbanistica era caratterizzata dalla costruzione di imponenti fortificazioni e numerosi canali. L’edilizia monumentale si dispiegò anche nei restauri e nelle fondazioni di palazzi reali. La conoscenza dell’oreficeria dell’epoca si limita al ‘tesoro’ di gioielli da Larsa, mentre una significativa concentrazione di documenti pittorici appare in contesti palatini (Mari). Tratto distintivo dell’epoca sono la ricchezza e la frequenza di statue pregiatissime di sovrani e di divinità (Nippur, Larsa, Ur); scarse e occasionali le testimonianze di rilievi. Una consistente attività edilizia e urbanistica caratterizzò anche il periodo cassita (fondazione della nuova capitale Dur Kurigalzu). L’oreficeria, la metallurgia e la scultura mostrano una sostanziale continuità con la tradizione precedente; la pittura parietale presenta invece innovazioni nell’iconografia e nella gamma cromatica. Caratteristico è il kudurro, cippo lapideo su cui erano presenti rilievi figurati e iscrizioni documentarie. Impronte di originalità si individuano anche nella plastica minore, nella lavorazione dei sigilli e nella glittica. Nel periodo neobabilonese fu rilevante l’attività edilizia dei sovrani (➔ Babele, ). Rispetto alla ricca fioritura della grande arte monumentale e palatina delle corti assire, la produzione artistica neobabilonese appare al contrario singolarmente austera. Non è attestata la statuaria regale e il rilievo è limitato a pochi monumenti.

MUSICA In mancanza di reperti, è solo studiando le raffigurazioni sui rilievi mesopotamici che si evince la funzione della musica presso i popoli della Mesopotamia. Le cerimonie religiose venivano celebrate in maniera corale e strumentale; nei riti funebri si utilizzavano lamentazioni musicali, perché ai suoni veniva attribuito carattere spirituale e metafisico. La musica era utilizzata anche in occasioni profane, come le ricorrenze, le cerimonie pubbliche e i festeggiamenti dopo una guerra vittoriosa. Lo Stendardo di Ur, datato 2500 a.C., raffigura un cantore e un suonatore di cetra a un banchetto reale. I Sumeri per primi crearono addirittura delle piccole orchestre, formate da flauti, arpe e tamburi. È probabile che la musica avesse anche un ruolo educativo giacché, sempre dalle testimonianze iconografiche, risultano raffigurati orchestre e cori di donne e bambini.

Fonte: Enciclopedia Treccani

sabato 24 novembre 2012

12.000.000 - 6.000 a.C.  Le origini dell'uomo

Le origini dell'uomo - Cronologia
*25 milioni di anni fa (?)* : si separano le linee evolutive dell'uomo e delle scimmie antropomorfe
*12 milioni di anni*: il Ramapiteco, scimmia antropomorfa, per alcuni collegamento tra gli ominidi e le scimmie, avrebbe iniziato a vivere al suolo
*4 milioni di anni*: "Australopitecus afarensis": il più antico ominide sin ora conosciuto, ritrovato in Etiopia nella valle di Hadur; aveva stazione eretta, l'alluce non opponibile, allineato con le altre dita; da lui sembrano discendere l'"A. africanus" e l'"A. robustus"
*3-1 milioni di anni fa*: "Homo habilis", si fabbricano i primi rozzi strumenti in pietra (ciottoli e pietre, scheggiati così da ottenere superfici utili a tagliare e raschiare) e certo anche in legno, però non conservatisi fino a noi; inizia "l'età della pietra"
*1,5 milione di anni fa*: "Homo erectus": si è raggiunta la piena stazione eretta, cervello di volume maggiore; l'"H. erectus" costruisce utensili più avanzati e*padroneggia il fuoco*; secondo una teoria, dall'Africa sarebbe passato in Europa e Asia
*1,5 milioni di anni-100.000 anni fa ca*.: Paleolitico inferiore
*600.000 - 540.000 anni fa ca*.: prima glaciazione (Günz)
*540.000 - 480.000 anni fa ca*.: fase interglaciale (Günz-Mindel)
*480.000 - 430.000 anni fa ca*.: seconda glaciazione (Mindel)
*430.000 - 240.000 anni fa ca*.: fase interglaciale (Mindel-Riss)
*240.000 - 180.000 anni fa ca*.: terza glaciazione (Riss)
*180.000 - 120.000 anni fa ca*.: fase interglaciale (Riss-Würm)
*120.000 - 16.000 anni fa ca*.: quarta glaciazione (Würm)
*100.000 - 50.000 anni fa ca*.: Paleolitico medio
*80.000 - 35.000 anni fa*: "Homo sapiens neanderthalensis", cultura musteriana, caratterizzata dalla preparazione di punte e raschiatoi in selce lavorata e schegge ossee; conquistate buone capacità tecniche (ad es. tecnica dell'incastro di materiali diversi); si seppelliscono i defunti: ciò attesta la diffusione di idee magico-religiose
*50.000 - 10.000 anni fa ca*.: Paleolitico superiore
*35.000 anni fa*: si estingue l'"H. neanderthalensis" e compare l' "Homo sapiens sapiens", biologicamente uguale all'uomo attuale, che si diffonde in tutti i continenti
*35.000 - 16.000 anni fa* : molti tipi di *strumenti in pietra*, anche strumenti "secondari", cioè preparati per costruire utensili; accanto alla selce viene usato il corno e l'osso (ad es. per fare arpioni, punte di freccia, aghi); compare l'arte rupestre, l'incisione e la scultura: si realizzano (in pietra, osso, corno o avorio) figure di animali e di esseri umani, soprattutto figure femminili dalle fattezze opulente ("Veneri" paleolitiche, cultura perigordiana), manifestazione religiosa che celebra la fertilità
*10.000 a.C*.: inizia il Mesolitico, età di transizione al Neolitico, caratterizzato dall'uso di strumenti di selce di piccole dimensioni; tendenza alla sedentarizzazione
*9000 - 8000 a.C. ca*.: inizia l'età Neolitica caratterizzata dall'uso della pietra levigata; *nel Vicino Oriente nascono l'agricoltura e l'allevamento*, l'uomo si sedentarizza e sorgono i primi villaggi
*8000 - 6000 a.C. ca*.: nella Mezzaluna fertile (Palestina, Siria, Alta Mesopotamia) si diffonde allevamento e agricoltura; i villaggi crescono, inizia a delinearsi una prima organizzazione sociale e economica, che porterà alla nascita delle prime strutture sociali e urbane; lavorazione dell'argilla

Fonte: Silab

L'Homo Sapiens

progetto GEA - evoluzione

La raccolta egizia "Giuseppe Acerbi"

La raccolta egizia, esposta permanentemente a Palazzo Te, si compone di oltre 500 pezzi raccolti da Giuseppe Acerbi, illustre mantovano, dal 1826 al 1834 Console Generale d’Austria in Egitto.
La collezione è completata da appunti di viaggio dello stesso Acerbi, da altri due reperti già presenti nell’Accademia di Scienze e Belle Lettere già dalla fine del ‘700 e dal sarcofago di Ankhekhonsu del Museo Archeologico di Bergamo, in deposito temporaneo.
L’allestimento punta, grazie anche a didascalie ragionate, adatte a differenti tipi di pubblico, a favorire la comprensione dei pezzi attraverso la rievocazione del contesto di provenienza.
Eterogenei i reperti raccolti dall’Acerbi, tra cui sono particolarmente degni di nota la grande testa bronzea della regina Arsinoe, gli amuleti raffiguranti animali e divinità, gli shuebte, statuette che fungevano da sostituo al defunto per i lavori da compiere nel regno dei morti, i vasi canopi di alabastro e una statua di gatto in bronzo, tra i più grandi e meglio proporzionati che si conoscano.
Nota a parte richiede lo straordinario sarcofago di Ankhekhonsu: il destinatario del sarcofago era un sacerdote incaricato del culto di Amon nell’antica Tebe. Il manufatto ligneo è caratteristico del Terzo Periodo Intermedio (1178-715 a.C.) e riporta sul coperchio figurazioni votive e iscrizioni con formule dedicate a varie divinità.

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Collezione mesopotamica “Ugo Sissa”

Ugo Sissa, mantovano di origine, fu artista, architetto, fotografo, pittore e colto viaggiatore. Dal 1953 al 1958 lavorò a Baghdad come Capo architetto del Governo e in quegli anni costituì una ricca collezione di reperti mesopotamici.
La raccolta, tra le pochissime del genere presenti in Italia, è costituita da circa duecentocinquanta pezzi; in un primo tempo concessa in deposito gratuito dagli eredi, è stata di recente acquistata dal Comune di Mantova.
Notevole l’estensione cronologica dei reperti databili tra la fine del VI millennio avanti Cristo e la fine del I millennio dopo Cristo.
Il percorso espositivo è ordinato secondo una suddivisione tematica dei materiali, sistemati poi per provenienza e cronologia.
Le tipologie degli oggetti consentono di conoscere e scoprire alcuni aspetti caratteristici della civiltà mesopotamica quali la vita quotidiana, l’architettura, la scrittura e la religione.
Tra i materiali più interessanti vi sono tavolette con iscrizioni cuniformi, un mattone con il suggello di re Nabucodonosor, amuleti e statuette

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