martedì 27 novembre 2012

Introduzione alla storia dell'Antico Egitto a cura di Filippo Caleffi

LA SOCIETA’ DELL’ANTICO EGITTO


Con il termine antico Egitto si intende la civiltà sviluppatasi in quella sottile striscia di terra fertile che  avvolge il Nilo a partire dalla sua sorgente in Sudan fino alla sua foce nel mediterraneo. L’Alto Egitto è vicino alla fonte, il basso Egitto è vicino alla foce quindi possiamo riconoscere un alto corso del Nilo cioè quello vicino al Sudan e, un basso corso del Nilo quello vicino al Mar Mediterraneo. Gli studiosi riconoscono che l’agricoltura fece la sua comparsa in queste regioni intorno al 6000 AC, infatti la presenza del fiume rende possibile la vita in una regione desertica grazie alle periodiche inondazioni che fertilizzavano la terra.Il Nilo straripando lasciava il Limo.


Il fiume Nilo ha avuto la funzione di aggregare le popolazioni infatti serviva un'unica autorità che gestisse il sistema fluviale che consiste in questo:



*Ricostruire gli argini dopo le esondazioni annuali


*Gestire le dighe e i ponti, cioè le infrastrutture fluviali


*Gestire la navigazione ( regole,peso,carico)



Nei tempi più antiche i popoli che abitavano sulle rive del fiume erano uniti in distretti che prendono il nome di NOMOS, successivamente vi era bisono di unificarsi per gestire al meglio la risorsa fluviale. I Nomos si trasformarono in due grandi regni: il regno dell’alto Egitto che corrisponde alla regione dell’attuale Sudan, e il regno del basso Egitto che corrisponde alla regione del Cairo.




LE EPOCHE



Epoca arcaica: 3100 – 2600 AC unificazione dei due regni


Antico regno: 2600 – 1200 AC sviluppo dell’architettura, dell’arte e dell’astronomia e si sviluppano le tecniche di mummificazione


Medio regno: 2052-1750 AC sviluppo dell’ingegneria idraulica.




Filippo Caleffi 1BSA


Definizioni a cura di Elena Dipace

PALEOLITICO                 SIGNIFICA ANTICA ETA’ DELLA PIETRA.L’UOMO ERA NOMADE E SI SPOSTAVA DI CONTINUO PER CERCARE APPROVIGGIONAMENTI.LA SOCIETA’ ERA DI TIPO MATRIARCALE,OVVERO SI CREDEVA NELLA DEA MADRE TERRA.VI ERANO LE TRIBU’.


MESOLITICO                    SIGNIFICA ETA’ DI MEZZO.L’UOMO PASSA DALL’ESSERE NOMADE A SEDENTARIO GRAZIE ALLA SCOPERTA DELL’AGRICOLTURA.NACQUERO LE CITTA’(CHE ERANO DEGLI AGGLOMERATI URBANI).


NEOLITICO                    SIGNIFICA NUOVA ETA’ DELLA PIETRA.LA SOCIETA’ ERA DI TIPO PATRIARCALE:OVVERO SI CREDEVA NEL DIO PADRE SOLE E SUCCESSIVAMENTE NACQUERO LE FAMIGLIE(DOVE VI ERA LA PRESENZA DEL PADRE).


GEOLOGIA                      STUDIA LA STORIA DELLA TERRA.


ANTROPOLOGIA                   STUDIA LA STORIA DELL’UOMO. 


                                                                     ELENA DIPACE



                                    




Spettacolo di cultura rumena

Partecipano IASA e IBSA

domenica 25 novembre 2012

Riflessioni sulla scrittura cuneiforme

LA NASCITA DELLA SCRITTURA

Mesopotamia

Nome con cui l’antichità classica designava la regione dell’Asia Anteriore compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, dalle pendici meridionali degli altopiani anatolico e armeno fino alla piana delimitata dalla massima convergenza dei fiumi, all’altezza della moderna Baghdad; la parte meridionale fino al Golfo Persico era denominata Babilonia.

STORIA
La storia della M. coincide per la sua fase più antica con quella dei Sumeri, Babilonesi e Assiri, quindi con quella dell’Impero persiano degli Achemenidi, che la campagna dei Greco-Macedoni di Alessandro Magno, nel 331 a.C., portò alla distruzione. Dopo la dissoluzione dell’Impero di Alessandro, la regione fu in potere dei Seleucidi che vi effettuarono una vasta colonizzazione, ma non poterono impedire che, nella seconda metà del 2° sec. a.C., se ne impadronisse la dinastia partica degli Arsacidi. Nei secoli successivi i Romani varcarono più volte l’Eufrate, senza riuscire a stabilirsi nella regione, subendovi anche gravi disfatte (Carre, 53 a.C.). Traiano tentò con successo l’impresa (115-117): occupò le città di Babilonia, Seleucia, e la capitale Ctesifonte; avanzò poi a sud fino al Golfo Persico, dove dichiarò la M. nuova provincia dell’Impero. L’impresa ebbe una battuta di arresto per le rivolte dei popoli della M., la resistenza di città fortificate come Hatra sul Tigri, e rimase incompiuta per la morte dell’imperatore a Selinos, in Cilicia (117). Iniziata da Marco Aurelio e Lucio Vero (162-65), la riconquista fu completata da Settimio Severo, che divise la M. in due province, occidentale (Osroene, capitale Edessa) e orientale (M., capitale Nisibi). La guerra con i Parti, seppure non ininterrottamente, proseguì per decenni, anche quando agli Arsacidi succedette la nuova dinastia dei Sasanidi. Perduta al tempo di Filippo l’Arabo, la M. fu stabilmente rioccupata da Diocleziano; ma già con la pace di Gioviano (363), la parte orientale della provincia con Singara e Nisibi era nuovamente perduta. Sotto gli imperatori bizantini la regione ebbe dapprima una relativa tranquillità; Eraclio (610-41) tentò di contrastare la ripresa offensiva dei Persiani, conservando sostanzialmente i confini del 363. Ma né l’Impero bizantino, né la morente dinastia sasanide poterono fermare la conquista degli Arabi (metà 7° sec.). Da quel momento la denominazione Iraq prevalse per tutta la regione, ottenendo poi sanzione ufficiale nello Stato autonomo odierno.

ARCHEOLOGIA 
Alta Mesopotamia
Durante il periodo protourbano (3500 e il 3000 a.C.) nella parte più settentrionale della M., che va sotto il nome di Alta M., mancano ancora le grandi città, che invece andavano formandosi in Bassa M., la parte più meridionale, verso il Golfo Persico. Ancora nella fase protodinastica (2900-2350 a.C.) è sempre la Bassa M. ad avere il ruolo egemone. In Alta M. i centri che offrono documentazione sono Tepe Gawra, Ninive, Tell Taya, Assur, Mari. Alla fine di questo periodo si avverte una trasformazione della vita sociale, economica e politica; nella piana del Khabur, dove prima erano solo villaggi, fioriscono tre grandi città equidistanti tra di loro: Tell Brak, Tell Mozan, Tell Leilan. L’arte segue la tradizione precedente, senza innovazione alcuna. All’inizio del 2° millennio a.C. la cultura dell’Assiria iniziò a differenziarsi da quella della Babilonia. Una ricca serie di iscrizioni fornisce i nomi dei sovrani che si attribuiscono opere pubbliche, in fase di costruzione o di restauro. Il dominio di Babilonia determinò un appiattimento culturale del resto della M., che non sviluppò elementi originali. Furono invece le innovazioni tecniche proprie del periodo mitannico a togliere di fatto alla Babilonia quel controllo politico e culturale che aveva conservato per duemila anni. Nella produzione artistica, il gusto e lo stile mitannico sono facilmente individuabili per l’approssimazione della resa degli elementi. Il regno medioassiro è invece erede di una consolidata tradizione locale, arricchita da apporti mitannici ed elementi babilonesi. Con i grandi sovrani del periodo neoassiro la residenza reale divenne non solo un elemento imprescindibile dell’impianto urbano, ma anche un potente strumento di comunicazione del sovrano .

2. Bassa Mesopotamia
Nel 4° millennio a.C. sono documentati in Bassa M. un nuovo modello di sviluppo e una cultura propriamente urbana (Uruk, Ur, Eridu, Tell Uqair, Nippur). Nel successivo periodo protodinastico l’innovazione decisiva è rappresentata dall’introduzione dei sigilli cilindrici a rappresentazione figurativa, e per la prima volta appare la scultura a tutto tondo. I centri urbani si configurano come città-Stato, mostrando una definita pianificazione urbana e una concentrazione di fabbriche con funzioni diversificate. Importanti testimonianze artistiche provengono dalle necropoli di Kish, Ubaid, Abu Salabikh e Ur. Un ruolo centrale ebbero anche la metallurgia, l’oreficeria, l’intarsio e l’arte plastica a tutto tondo. Con il regno accadico, i due poli maggiori divennero Kish e Nippur; l’architettura monumentale è attestata anche a Tell Brak, Mari, Tell Wilaya, Assur. In questo periodo la produzione toreutica raggiunse i suoi massimi esiti. Durante la successiva età neosumerica fu adottato un imponente programma di edilizia sacra e di opere edili di viabilità (porto fluviale di Ur). Nella produzione artistica prevalsero l’uso della dorite e l’impiego di lunghe iscrizioni dedicatorie. In età paleobabilonese, agli inizi del 2° millennio, la fisionomia urbanistica era caratterizzata dalla costruzione di imponenti fortificazioni e numerosi canali. L’edilizia monumentale si dispiegò anche nei restauri e nelle fondazioni di palazzi reali. La conoscenza dell’oreficeria dell’epoca si limita al ‘tesoro’ di gioielli da Larsa, mentre una significativa concentrazione di documenti pittorici appare in contesti palatini (Mari). Tratto distintivo dell’epoca sono la ricchezza e la frequenza di statue pregiatissime di sovrani e di divinità (Nippur, Larsa, Ur); scarse e occasionali le testimonianze di rilievi. Una consistente attività edilizia e urbanistica caratterizzò anche il periodo cassita (fondazione della nuova capitale Dur Kurigalzu). L’oreficeria, la metallurgia e la scultura mostrano una sostanziale continuità con la tradizione precedente; la pittura parietale presenta invece innovazioni nell’iconografia e nella gamma cromatica. Caratteristico è il kudurro, cippo lapideo su cui erano presenti rilievi figurati e iscrizioni documentarie. Impronte di originalità si individuano anche nella plastica minore, nella lavorazione dei sigilli e nella glittica. Nel periodo neobabilonese fu rilevante l’attività edilizia dei sovrani (➔ Babele, ). Rispetto alla ricca fioritura della grande arte monumentale e palatina delle corti assire, la produzione artistica neobabilonese appare al contrario singolarmente austera. Non è attestata la statuaria regale e il rilievo è limitato a pochi monumenti.

MUSICA In mancanza di reperti, è solo studiando le raffigurazioni sui rilievi mesopotamici che si evince la funzione della musica presso i popoli della Mesopotamia. Le cerimonie religiose venivano celebrate in maniera corale e strumentale; nei riti funebri si utilizzavano lamentazioni musicali, perché ai suoni veniva attribuito carattere spirituale e metafisico. La musica era utilizzata anche in occasioni profane, come le ricorrenze, le cerimonie pubbliche e i festeggiamenti dopo una guerra vittoriosa. Lo Stendardo di Ur, datato 2500 a.C., raffigura un cantore e un suonatore di cetra a un banchetto reale. I Sumeri per primi crearono addirittura delle piccole orchestre, formate da flauti, arpe e tamburi. È probabile che la musica avesse anche un ruolo educativo giacché, sempre dalle testimonianze iconografiche, risultano raffigurati orchestre e cori di donne e bambini.

Fonte: Enciclopedia Treccani

sabato 24 novembre 2012

12.000.000 - 6.000 a.C.  Le origini dell'uomo

Le origini dell'uomo - Cronologia
*25 milioni di anni fa (?)* : si separano le linee evolutive dell'uomo e delle scimmie antropomorfe
*12 milioni di anni*: il Ramapiteco, scimmia antropomorfa, per alcuni collegamento tra gli ominidi e le scimmie, avrebbe iniziato a vivere al suolo
*4 milioni di anni*: "Australopitecus afarensis": il più antico ominide sin ora conosciuto, ritrovato in Etiopia nella valle di Hadur; aveva stazione eretta, l'alluce non opponibile, allineato con le altre dita; da lui sembrano discendere l'"A. africanus" e l'"A. robustus"
*3-1 milioni di anni fa*: "Homo habilis", si fabbricano i primi rozzi strumenti in pietra (ciottoli e pietre, scheggiati così da ottenere superfici utili a tagliare e raschiare) e certo anche in legno, però non conservatisi fino a noi; inizia "l'età della pietra"
*1,5 milione di anni fa*: "Homo erectus": si è raggiunta la piena stazione eretta, cervello di volume maggiore; l'"H. erectus" costruisce utensili più avanzati e*padroneggia il fuoco*; secondo una teoria, dall'Africa sarebbe passato in Europa e Asia
*1,5 milioni di anni-100.000 anni fa ca*.: Paleolitico inferiore
*600.000 - 540.000 anni fa ca*.: prima glaciazione (Günz)
*540.000 - 480.000 anni fa ca*.: fase interglaciale (Günz-Mindel)
*480.000 - 430.000 anni fa ca*.: seconda glaciazione (Mindel)
*430.000 - 240.000 anni fa ca*.: fase interglaciale (Mindel-Riss)
*240.000 - 180.000 anni fa ca*.: terza glaciazione (Riss)
*180.000 - 120.000 anni fa ca*.: fase interglaciale (Riss-Würm)
*120.000 - 16.000 anni fa ca*.: quarta glaciazione (Würm)
*100.000 - 50.000 anni fa ca*.: Paleolitico medio
*80.000 - 35.000 anni fa*: "Homo sapiens neanderthalensis", cultura musteriana, caratterizzata dalla preparazione di punte e raschiatoi in selce lavorata e schegge ossee; conquistate buone capacità tecniche (ad es. tecnica dell'incastro di materiali diversi); si seppelliscono i defunti: ciò attesta la diffusione di idee magico-religiose
*50.000 - 10.000 anni fa ca*.: Paleolitico superiore
*35.000 anni fa*: si estingue l'"H. neanderthalensis" e compare l' "Homo sapiens sapiens", biologicamente uguale all'uomo attuale, che si diffonde in tutti i continenti
*35.000 - 16.000 anni fa* : molti tipi di *strumenti in pietra*, anche strumenti "secondari", cioè preparati per costruire utensili; accanto alla selce viene usato il corno e l'osso (ad es. per fare arpioni, punte di freccia, aghi); compare l'arte rupestre, l'incisione e la scultura: si realizzano (in pietra, osso, corno o avorio) figure di animali e di esseri umani, soprattutto figure femminili dalle fattezze opulente ("Veneri" paleolitiche, cultura perigordiana), manifestazione religiosa che celebra la fertilità
*10.000 a.C*.: inizia il Mesolitico, età di transizione al Neolitico, caratterizzato dall'uso di strumenti di selce di piccole dimensioni; tendenza alla sedentarizzazione
*9000 - 8000 a.C. ca*.: inizia l'età Neolitica caratterizzata dall'uso della pietra levigata; *nel Vicino Oriente nascono l'agricoltura e l'allevamento*, l'uomo si sedentarizza e sorgono i primi villaggi
*8000 - 6000 a.C. ca*.: nella Mezzaluna fertile (Palestina, Siria, Alta Mesopotamia) si diffonde allevamento e agricoltura; i villaggi crescono, inizia a delinearsi una prima organizzazione sociale e economica, che porterà alla nascita delle prime strutture sociali e urbane; lavorazione dell'argilla

Fonte: Silab

L'Homo Sapiens

progetto GEA - evoluzione

La raccolta egizia "Giuseppe Acerbi"

La raccolta egizia, esposta permanentemente a Palazzo Te, si compone di oltre 500 pezzi raccolti da Giuseppe Acerbi, illustre mantovano, dal 1826 al 1834 Console Generale d’Austria in Egitto.
La collezione è completata da appunti di viaggio dello stesso Acerbi, da altri due reperti già presenti nell’Accademia di Scienze e Belle Lettere già dalla fine del ‘700 e dal sarcofago di Ankhekhonsu del Museo Archeologico di Bergamo, in deposito temporaneo.
L’allestimento punta, grazie anche a didascalie ragionate, adatte a differenti tipi di pubblico, a favorire la comprensione dei pezzi attraverso la rievocazione del contesto di provenienza.
Eterogenei i reperti raccolti dall’Acerbi, tra cui sono particolarmente degni di nota la grande testa bronzea della regina Arsinoe, gli amuleti raffiguranti animali e divinità, gli shuebte, statuette che fungevano da sostituo al defunto per i lavori da compiere nel regno dei morti, i vasi canopi di alabastro e una statua di gatto in bronzo, tra i più grandi e meglio proporzionati che si conoscano.
Nota a parte richiede lo straordinario sarcofago di Ankhekhonsu: il destinatario del sarcofago era un sacerdote incaricato del culto di Amon nell’antica Tebe. Il manufatto ligneo è caratteristico del Terzo Periodo Intermedio (1178-715 a.C.) e riporta sul coperchio figurazioni votive e iscrizioni con formule dedicate a varie divinità.

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Collezione mesopotamica “Ugo Sissa”

Ugo Sissa, mantovano di origine, fu artista, architetto, fotografo, pittore e colto viaggiatore. Dal 1953 al 1958 lavorò a Baghdad come Capo architetto del Governo e in quegli anni costituì una ricca collezione di reperti mesopotamici.
La raccolta, tra le pochissime del genere presenti in Italia, è costituita da circa duecentocinquanta pezzi; in un primo tempo concessa in deposito gratuito dagli eredi, è stata di recente acquistata dal Comune di Mantova.
Notevole l’estensione cronologica dei reperti databili tra la fine del VI millennio avanti Cristo e la fine del I millennio dopo Cristo.
Il percorso espositivo è ordinato secondo una suddivisione tematica dei materiali, sistemati poi per provenienza e cronologia.
Le tipologie degli oggetti consentono di conoscere e scoprire alcuni aspetti caratteristici della civiltà mesopotamica quali la vita quotidiana, l’architettura, la scrittura e la religione.
Tra i materiali più interessanti vi sono tavolette con iscrizioni cuniformi, un mattone con il suggello di re Nabucodonosor, amuleti e statuette

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